APPROCCI INTEGRATI

UN APPROCCIO UMANISTICO

La Psicologia Umanistica  è un orientamento sviluppatosi negli anni ‘60 in America grazie alla volontà di un gruppo di psicologi guidati da Abraham Maslow di “studiare le dinamiche emozionali e le caratteristiche comportamentali di un’esistenza umana piena e vitale”

L’Approccio Umanistico, detto anche  “terza forza”, che trae ispirazione dalla corrente esistenzialista europea di Buber, Sarte, Binswanger, superando una visione deterministica e meccanicistica dell’uomo, definisce in maniera nuova e diversa la salute associandola alla capacità di autodeterminarsi e autorealizzarsi assumendosi la responsabilità di divenire sempre più se stessi.

UN APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA

Carl Rogers attribuisce alla natura umana un potenziale di crescita e trasformazione ben più forte dei condizionamenti acquisiti e degli ostacoli alla sua “fioritura” secondo la propria vera essenza. Tale energia interiore, presente in tutti gli esseri viventi, è da lui definita “Tendenza Attualizzante”.

Prendendo come esempio diversi fenomeni naturali ed anche l’essere umano stesso, Rogers mostra come, nonostante condizioni avverse e non facilitanti, le sue potenzialità lo portino, attraverso percorsi più o meno lineari, a “sbocciare”, a rivelarsi, a “nascere a se stesso”, grazie alla sua capacità di conoscersi, comprendersi ed essere in definitiva “il maggior esperto di sé”.

“Solo una persona può sapere se ciò che faccio è onesto, esatto, aperto e valido, o falso, chiuso e non valido, e quella persona sono io.” C. R. Rogers

IL RUOLO DEL TERAPEUTA

Il terapeuta umanistico, accompagnando la persona nel suo cammino verso la riorganizzazione della propria esistenza e l’individuazione di significati nuovi, facilita la costruzione di un progetto di vita più autentico. Esso incarna perfettamente l’etimologia della parola “terapeuta”, dal greco therapon, servitore, “colui che porta la lancia”, che mette a disposizione gli strumenti per “l’impresa” in modo che la persona possa realizzarla.

Scopo della terapia è  aiutare la persona  a riprendere il contatto con se stessa, a potenziare la comprensione ed accettazione della propria essenza ed a progredire verso l’espressione della propria vera natura.

“Compito dello psicoterapeuta è quello di assistere la persona nella ricerca del suo vero sé e poi di aiutarla a trovare il coraggio di essere quel sé”. Rollo May

LE TECNICHE A MEDIAZIONE CORPOREA

Una concezione integrata ed unitaria della persona, fatta di emozioni, pensieri, corporeità e comportamenti, cambia il focus della comprensione del terapeuta, ponendolo sull’organismo nella sua totalità e all’interno del suo complesso sistema di relazioni con il mondo.

Cambia anche radicalmente il senso della psicoterapia che da cura del sintomo e recupero di uno statico concetto di salute, si trasforma in un’opportunità di crescita personale psicologica ed esistenziale

Nel proporre una psicoterapia a mediazione corporea, il professionista non si limita all’ascolto e all’osservazione dei soli aspetti psichici ma accompagna quel livello di ascolto con la scoperta e riscoperta del corpo, delle sue risorse e dei suoi messaggi, come fonte particolarmente preziosa di saperi e di energie per aumentare la resilienza ed il fronteggiamento delle situazioni di stress.

In una visione olistica dell’essere umano, cioè completa e non limitata ad una sola sua componente, il benessere, così come il disagio, è determinato dall’interazione  tra MENTE, ANIMA (EMOZIONI) E CORPO.

Se una di queste parti prende il sopravvento e deborda, automaticamente va a limitare le possibilità espressive dell’altra. Quindi in genere c’è un “attore protagonista”, uno eclissato e uno che manifesta il disagio; ma il cattivo funzionamento è di tutto l’organismo.

Se è facile dare ascolto ai propri pensieri e un po’ meno agli aspetti emotivi, il corpo tendiamo proprio a darlo per scontato. Abbiamo perso la “strada”, che da bambini conoscevamo , dell’ascolto del corpo, come se il fatto che esso funzioni anche attraverso una serie di automatismi rendesse inutile prestargli attenzione. Il problema è che molti automatismi sono “abitudini sbagliate”.

Un modo rigido di ragionare può determinare una postura che mi porta a muovermi rigidamente nello spazio ed a accentuare il mio “rigido” ragionare, oltre che a tenermi lontano dall’ascolto delle mie emozioni.

Alexander Lowen sostiene che in ognuno di noi è insito il desiderio di vivere pienamente, di emozionarci, di “sentirci profondamente”,  ma che la paura di venir feriti e rifiutati ci porta a inibire le emozioni, a imbrigliarle e a controllarle, spesso attraverso dei meccanismi divenuti ormai automatici, bloccandone il fluire a livello corporeo.

“Aprire il proprio cuore all’amore ci rende vulnerabili alle ferite; esporsi, vulnerabili al rifiuto; mettersi in gioco, vulnerabili alla distruzione … più vita e sensazioni di quanto una persona sia abituata a sentire le mettono paura perché minacciano di sopraffarne l’ego, di inondarne i confini, di minarne l’identità. Essere più vitali e provare più emozioni è spaventoso…

Vogliamo essere più vitali e sentire di più, ma ne abbiamo paura. La nostra paura di vivere si vede dal modo in cui ci teniamo occupati per non sentire, corriamo per non doverci fermare di fronte a noi stessi, ci stordiamo con alcol o droghe per non sentire il nostro essere” Alexander Lowen

LA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Con il termine MEDICINA TRADIZIONALE CINESE (MTC) si indica quel complesso sistema di conoscenze mediche, biologiche, astronomiche e filosofiche prodotto e codificato in Cina tra il 100 e il 200 d.c. e che ha come obiettivo principale la prevenzione della malattia (prima ancora che la sua cura) e l’incremento della longevità. Per comprendere quanto fosse profondamente radicato questo fondamento epistemologico, basta pensare che in Cina il medico veniva pagato quando l’assistito stava bene, mentre rischiava la fame e anche la condanna a morte quando non era in salute.

Secondo questo paradigma la salute si promuove attraverso la conoscenza dei cicli naturali e l’introduzione di pratiche e stili di vita finalizzati a sincronizzare l’organismo con essi. L’uomo equilibrato, che conduce una vita in armonia con i ritmi della natura, possiede vitalità e un buon funzionamento generale; al contrario l’uomo che non adotta uno stile di vita sano, ha uno scarso livello energetico o una dispersione della vitalità che determinerà nel tempo disfunzioni e malattie.

L’equilibrio a cui si fa riferimento è quello tra mente e corpo, tra attività e riposo, tra le strutture e le funzioni corrispondenti (questo aspetto è rappresentato in MTC dal concetto di meridiano), e più in generale tra lo Yin e lo Yang.

Dal 1976 anche la MTC è entrata tra i programmi di sviluppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel più recente documento,  Traditional Medicine Strategy 2014-2013, redatto dall’OMS nel 2014, si raccomanda l’opportunità di un approccio integrato tra medicina allopatica e medicine alternative per la creazione di servizi sanitari sicuri, efficaci ed economicamente vantaggiosi.